suor Pia Rosa Refrontolotto

Suore elisabettine

Pia Rosa Refrontolotto


Nella mattinata di oggi, 17 settembre 2024, festa delle Stimmate di San Francesco,

è tornata alla Casa del Padre la nostra cara sorella



suor Pia Rosa Refrontolotto

di anni 89.

Apparteneva alla comunità dell’Infermeria “Regina Apostolorum” di Taggì di Sotto.

Nata a Bavaria di Nervesa della Battaglia (Treviso) il 23 dicembre 1934, era entrata nella famiglia elisabettina nel 1951 e aveva professato nel 1954.

Dotata di attenzioni alla cura dei bambini, visse la missione elisabettina in ambito educativo e pastorale, prima come assistente poi come insegnante di scuola materna. Fu a Brusegana-Padova, a Lido di Venezia, a Chiesanuova-Padova, a Poiana Maggiore e Orgiano in provincia di Vicenza, a Montecchia di Crosara (Verona).

Dagli anni Settanta tornò in zona Padova e dintorni: all’asilo “Breda” a Ponte di Brenta, Terranegra e Sant’Ignazio-Padova. Concluso l’insegnamento si dedicò all’aspetto pastorale visitando gli ammalati e collaborando alle varie iniziative pastorali delle parrocchie di Fratte di Santa Giustina in Colle, Villa del Conte e Sant’Eufemia di Borgoricco in provincia di Padova, Portogruaro (Venezia), Fietta di Paderno del Grappa (Treviso).

Nel 2011 venne il tempo del riposo, dedicandosi alla preghiera e alla collaborazione alla vita della comunità presso il monastero “Santa Chiara” a Montegrotto (Padova).

La malattia, che aveva dato alcuni segni, si accentuò e nel 2016 si rese necessario il trasferimento nell’infermeria di Casa Madre, trasferita nel 2017 a Taggì alla “Beata Elisabetta”, e poi alla “Regina Apostolorum”, dove trascorse gli ultimi anni nella sofferenza e nel silenzio non perdendo mai il suo sorriso, preparandosi al grande incontro avvenuto proprio nel giorno in cui la famiglia francescana celebra l’evento dell’impressione delle stimmate a san Francesco e la famiglia elisabettina ricorda la chiamata di Elisabetta Vendramini ad abbracciare la via della povertà “ai Cappuccini” di Bassano del Grappa. Sia la nostra Madre ad accoglierla e portarla tra le braccia del Padre accompagnata dalla nostra preghiera di suffragio.

Chi ha conosciuto suor Pia Rosa ricorda la sua bontà d’animo, la sua passione educativa alimentata da continuo aggiornamento, l’amore per i poveri e emarginati, forte anche della sua esperienza di sofferenza e stenti vissuta ingiustamente a Dachau (Germania) con la sua famiglia. Liberata dopo molto tempo, ne riportò sempre le ferite nella sua vita e nelle sue scelte.

La vita di preghiera unita a formazione spirituale e l’amore alla famiglia elisabettina erano pilastri che sostenevano la sua vita apostolica. Accogliamo con riconoscenza questa sua preziosa eredità.

Siamo grate alle consorelle e al personale per quanto hanno donato in assistenza e vicinanza a questa nostra cara sorella.


 

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