Annita Fornasier
di anni 87.
Apparteneva alla comunità dell'Infermeria "Beata Elisabetta" di Taggì di Sotto.
Originaria di Rauscedo di San Giorgio della Richinvelda (Pordenone) – vi era nata il 23 novembre 1936 – era entrata nella famiglia elisabettina nel 1961 e aveva professato nel 1964.
Friulana doc, aveva conosciuto le elisabettine all’istituto “E. Vendramini” di Pordenone dove era stata assunta come insegnante elementare. La figura di Elisabetta Vendramini fece subito contatto con la sua spiritualità e la accompagnò per tutta la vita.
La serietà e la capacità di approfondimento culturale della lingua e della letteratura italiana la caratterizzò sempre, da quando insegnò alle elementari al “San Giorgio” di Pordenone, a quando insegnò lettere alle giovani aspiranti alla vita religiosa in via Sant’Eufemia a Padova e alle giovani dell’istituto magistrale “Vendramini” di Pordenone per dieci anni, alla scuola media “Bettini” per altri dieci anni. L’insegnamento fu una sua passione profonda fino al 1988.
Dal 1983 al 1992 fece parte come consigliera del governo della provincia religiosa di Padova mettendo a servizio i suoi talenti di pensiero.
Dal 1988 al 1994 un nuovo campo l’aspettava: essere superiora della comunità educativa “Bettini” di Ponte di Brenta e dal 1994 al 2014 essere direttrice e poi coordinatrice della Scuola per operatori socio-sanitari, gestita dall’associazione “Elisabetta d’Ungheria” - con sede all’Opera della Provvidenza di Sarmeola di Rubano (Padova) -, inserita nella comunità “Elisabetta Vendramini” nella parrocchia di Sarmeola.
Nel 2014, conclusa l’esperienza di Sarmeola, fu trasferita in Casa Madre nella comunità “Santa Elisabetta” impegnata come bibliotecaria nella biblioteca della Casa generalizia e in alcuni servizi utili alla comunità, non ultima la cura della chiesa del “Corpus Domini” finché le forze glielo consentirono.
Ben presto una malattia importante la visitò rendendo progressivamente debole la vista e faticosa la deambulazione. Allora il suo ministero fu quello della “elisabettina orante”.
Nel 2023 suor Liliana, con il progredire della malattia, accolse con serenità il trasferimento nell’infermeria “Beata Elisabetta” a Taggì di Sotto (Padova), affrontando con dignità la lenta salita verso il “compimento” di una vita spesa con amore, generosità, tenacia, responsabilità, aderendo sempre a quanto il Signore le richiedeva. Non è casuale, forse, che l’incontro con il Dio della vita sia avvenuto nel giorno in cui la Chiesa celebra l’esaltazione del mezzo con cui il Signore Gesù portò a noi la salvezza.
Riceviamo con gratitudine la sua preziosa eredità di sorella discreta, silenziosa ma cordiale, attenta, disponibile, riflessiva e umile, accompagnando con il nostro suffragio il suo ingresso nella Casa del Padre, accolta sicuramente da madre Elisabetta per la quale spese anche le sue energie.
Siamo grate alla comunità “S. Elisabetta” di Casa Madre per aver custodito e accompagnato suor Liliana nel progredire della malattia finché è stato loro possibile e successivamente, alle consorelle e a tutto il personale dell’infermeria Beata Elisabetta per la cura di cui hanno circondato suor Liliana in questi ultimi tempi.