Maria Giuseppina Danese
Nata a Sovizzo (Vicenza) il 21 dicembre 1923, era entrata nella famiglia elisabettina nel 1943 e aveva fatto la professione nel 1946.
Dotata di sensibilità verso la persona ammalata fu inviata per la necessaria preparazione nell’ospedale di Trieste e lì operò come caposala fino al 1969, periodo interrotto da quattro mesi di malattia vissuti a Zovon di Vo’ (Padova).
La sua lunga esistenza fu spesa sempre a servizio del malato e dell’anziano dimostrandosi generosa e professionale, capace di infondere conforto e sollievo.
Nel 1969 fu trasferita nel sanatorio “Busonera” a Padova dove fu anche superiora della comunità fino al 1972. Dal 1972 al 1975 fu caposala all’ospedale di Padova e superiora nella comunità “B”. In questo periodo fu anche consigliera provinciale.
Dal 1975 per un anno fu caposala nel ricovero San Lorenzo a Venezia e poi all’ospedale “Giustinian” sempre a Venezia, come pendolare insieme alle sue consorelle quando la comunità religiosa uscì dalla struttura e passò nella comunità “E. Vendramini” a Lido di Venezia.
Concluso il servizio nelle corsie di ospedale nel 1985 passò a servire come superiora le sorelle ammalate nella infermeria “Regina Apostolorum” a Taggì di Sotto (Padova).
Nel 1991, dopo un anno come infermiera a “Villa San Giuseppe” – Galluzzo – Firenze, fu chiamata a servire gli anziani della casa di riposo “Pastor Bonus” a Lerici, inserita nella comunità pastorale di San Terenzo (La Spezia); poi, per un anno, all’Istituto “Divina Provvidenza” a Mazara del Vallo (Trapani).
Dal 1997 al 2005 fu chiamata a prendersi cura delle sorelle anziane della comunità “Santa Famiglia” in Casa Madre, sempre sollecita della loro salute fisica e spirituale, incurante delle sue fatiche e dei suoi acciacchi.
Solo un anno di sosta a Zovon di Vo’; nel 2006 ancora sulla breccia, nella Casa “Santa Elisabetta” a Lavarone (Trento); di qui quotidianamente si recava ad animare gli anziani del diurno comunale, portando il conforto del vangelo della carità e della misericordia.
Finalmente, nel 2011 il riposo, nella comunità “Beata Elisabetta” a Lido di Venezia. Ritirata la comunità, fu trasferita nella comunità “Maria Immacolata” poi “Villa San Giuseppe” a Zovon di Vo’.
La sua tempra robusta andava via via debilitandosi, ma lo spirito era sempre vigilante e attivo, dedicando molto del suo tempo libero all’adorazione eucaristica.
Nel 2019 si rese necessario il trasferimento nell’infermeria “Regina apostolorum” a Taggì di Sotto, dove, accettò, lei così sempre attiva e disponibile a soccorrere il malato, di essere a sua volta accudita e assistita. Docile, riconoscente, affabile fino alla fine.
Portiamo il ricordo di una donna forte, saggia, intelligente e competente, doti espresse in modo speciale in tutte le occasioni in cui fu chiamata al compito di superiora di comunità.
Oggi, incontrando il suo Signore gli porta una vita spesa per lui e per tanti fratelli e sorelle sofferenti. L’abbia con sé nella pace.
Siamo riconoscenti alle consorelle e a quanti le sono stati buoni samaritani in questi anni.