Casa Madre

Suore elisabettine

Suore Francescane Elisabettine di Padova


Casa Madre è un luogo caro alla famiglia elisabettina. Qui Elisabetta Vendramini ha dato vita all'Istituto Suore Francescane Elisabettine

In una soffitta, all'età di trentotto anni, Elisabetta, lasciata la casa degli Esposti - vi aveva lavorato come prima maestra dal 5 gennaio 1827 - entrò il 10 novembre 1828 insieme a due compagne e diede vita alla famiglia elisabettina. Lo stabile era situato in contrada degli Sbirri a pochi passi dalla casa degli Esposti. A pianterreno, dopo qualche giorno, cominciò ad accogliere e ad aver cura delle fanciulle del quartiere fondando la "Casa di gratuita educazione"; in essa le educò e le istruì. Da questo centro le figlie di Elisabetta partirono per essere accanto ad ogni uomo colpito da sofferenza fisica e/o morale.

Elisabetta visse in questa stanza gli ultimi anni della sua vita, costretta a letto per la malattia di cui da tempo soffriva. Dalla finestrella a sinistra poteva adorare il santissimo nell'oratorio dell'Immacolata, di cui parla di frequente nel Diario.

Qui nelle prime ore del 2 aprile 1860 Elisabetta morì, circondata dalle figlie.

Dal 1987 in questa stanza è stato riordinato con sigillo della curia diocesana quanto appartenne ad Elisabetta Vendramini:

·       indumenti (mantellina, velo bianco, grembiule da lavoro,corpetto, gambiera, fazzoletti vari, asciugamani, fascette varie...);

·       oggetti (occhiali e porta-occhiali, bastoncini, sedia a rotelle...);

·       arredi della sua stanza (tavolo con sedia, cofanetto, orologio da tavolo, inginocchiatoio, quadri vari a lei appartenuti);

·       quadretti da lei dipinti e tovaglioli da lei ricamati;

·       libri da lei usati e raccomandati alle suore.

Vi sono esposte foto di pagine di Diario e di altri scritti. Nella stanza accanto sono collocati oggetti che appartengono alla storia della famiglia elisabettina e copia delle varie pubblicazioni di Scritti di Elisabetta e su Elisabetta.

Il primo piccolo oratorio dedicato a san Giuseppe, nel 1854 fu ampliato, conglobato in un oratorio semipubblico e dedicato alla Vergine Immacolata. La sua apertura precedette di pochi giorni la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima da parte del papa Pio IX (8 dicembre 1854). L'oratorio fu dotato di alcuni quadri, opera del pittore Gasparini di Treviso, raffiguranti i santi patroni ed esemplari della famiglia delle Terziarie: in posizione centrale la pala dell'Immacolata, ora esposta alla venerazione dei fedeli nella chiesa di san Giuseppe. Dell'oratorio primitivo rimane lo storico dipinto a soffitto raffigurante la Sacra famiglia.

La chiesa dedicata a San Giuseppe fu costruita negli anni 1865-1867 durante il governo di suor Antonia Canella, a ridosso del primo nucleo abitativo delle suore, nel cuore della Casa Madre. In essa sono conservati alcuni quadri che appartennero al primitivo oratorio dell'Immacolata (in particolare il quadro dell'Immacolata e di san Francesco). Dal 1992 un bassorilievo opera di Elena Bava, richiama ai fedeli, plasticamente, la spiritualità di Elisabetta Vendramini.

La Casa Madre, oggi ristrutturata, ospita una comunità di accoglienza delle suore quando rientrano dalla missione all'estero, una comunità di suore in servizio, tre comunità di suore anziane, una delle quali impegnata anche nell'accoglienza di sorelle di passaggio, nei vari servizi della casa, nell'animazione delle celebrazioni liturgiche aperte anche ai laici che vogliano partecipare.

Nella chiesa del Corpus Domini, in altra ala dello stabile, su via beato Pellegrino, quotidianamente suore a turno sostano nell'adorazione eucaristica e si fanno voce per i bisogni dell'umanità. Nella stessa via Beato Pellegrino ha sede la casa generalizia dove vive il Consiglio generale.

 

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