suor Mariangelica

Suore elisabettine

Lucia Cecilia Preciso


 
Nella serata di oggi, 23 giugno 2020, è improvvisamente tornata alla Casa del Padre


di anni 93.

Apparteneva alla comunità dell'Infermeria "Regina Apostolorum" di Taggì.


Nata il 12 marzo 1927 a Villafranca padovana (Padova), era entrata nella famiglia elisabettina nel 1952 ed aveva fatto la professione nel 1955.

Dotata di squisite attitudini educative le espresse nella accoglienza e formazione delle giovani in disagio nell'educazione dei bambini della scuola materna, nell'accompagnamento delle famiglie: fu all'istituto Santa Caterina (1955-1969) a Padova in due momenti, ricoprendo anche il ruolo di superiora, nella comunità di Pojana Maggiore (Vicenza) come direttrice della scuola di taglio e cucito; nella comunità di Borgoricco (Padova) come superiora e direttrice della scuola materna (1974-1983); dal 1983 al 1986 nella comunità di Piazzola sul Brenta (Padova). Dal 1986 al 1989 educatrice all'Opera casa famiglia a Padova. Nella stagione più a contatto con i poveri la troviamo superiora all’opera Antoniana nella distribuzione del pane ai poveri (1989-1993), servizio continuato da pendolare – dalla casa di via sant'Eufemia fino al 2015, quando la malattia la visitò in modo importante e la costrinse a “passare il testimone”, dalla attività alla carrozzina nella infermeria “Regina Apostolorum” a Taggì di Villafranca. Nel 2006 riceveva il Sigillo della città di Padova come riconoscimento al suo servizio ai poveri. Con le sue parole di ringraziamento augurava alle suore elisabettine “di continuare a stare umilmente tra la gente facendosi tutte a tutti”.

Il sorriso, la vivacità del suo sguardo e dei suoi occhi, l'apertura ai problemi del mondo non l’hanno mai abbandonata. Davvero voleva morire “in piedi”, anche se in carrozzina; partecipava attivamente alle proposte formative e ricreative della casa, alla preghiera condivisa, al racconto della sua bella esperienza di vita.

La sua partenza improvvisa ci lascia un po’ sorprese, anche se le condizioni fisiche si erano andate indebolendo: lascia un vuoto ma anche una bella eredità di donna generosa, forte, sensibile ai bisogni dei più deboli.

Il Signore la accolga fra le sue braccia di padre e ricompensi i suoi numerosi passi per dare il pane a chi aveva fame.

Ringraziamo le consorelle e tutto il personale che l'hanno seguita, incoraggiata e assistita in questi anni di degenza in infermeria.


 

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