suor Angioletta

Suore elisabettine

Iole Barbieri


 
Nella sera di oggi, 13 febbraio 2020, è tornata alla Casa del Padre


di anni 92.

Apparteneva alla comunità dell'Infermeria "Regina Apostolorum di Taggì.

Era nata a Brugine (Padova) il 6 gennaio 1928 ed era entrata nella nostra famiglia nel 1947.

Dopo la prima professione nel 1950, visse la missione con viva dedizione nelle cucine di diversi asili: a Sant'angelo di Piove (Padova), Maiero (Ferrara, Poiana Maggiore (Vicenza), Prozzolo (Venezia), Baruchella (Rovigo), Voltabrusegana-Padova.

Il suo compito di collaboratrice di comunità si abbinò spesso a quello di assistente di scuola materna, data la vivacità del suo carattere e la facilità di instaurare un buon rapporto con i bambini.

Dopo un breve periodo nell'Istituto “Santa Caterina” a Padova, dal 1983 si impegnò per un lungo periodo nel servizio pastorale esprimendosi come sorella affabile, attenta, discreta e allegra a Veggiano (Padova), prima nella comunità presente in parrocchia, poi, dal 1998, recandovisi quotidianamente dal vicino paese di Lissaro, fino al 2008, anno che segnò il suo ritiro da quel mondo che tanto aveva amato.

Trasferita a Taggì di Villafranca (Padova), nella comunità “Maria Immacolata”, fu ancora attiva come collaboratrice di comunità. Nel 2013 si rese necessario il passaggio in infermeria, vissuto da lei con generosa accettazione.

Anche la degenza nell’infermeria fu segnata dalla sua serenità, bontà, amore alla preghiera, accogliendo con riconoscenza quanto le sorelle le proponevano e rivelando, finché fu in grado di esprimerlo, il suo affetto per la comunità di Veggiano, affetto che veniva ricambiato con visite fraterne e cordiali dei parrocchiani.

Gradualmente la malattia andò consumando il suo fisico, palestra quotidiana di preparazione al grande incontro, avvenuto serenamente nella sera del giorno 13 febbraio.

Chi l'ha conosciuta ricorda suor Angioletta come sorella buona, servizievole, delicata; esprimeva il suo amore per il Signore nella cura della chiesa con mille attenzioni perché le celebrazioni avessero il miglior decoro possibile.

Il ministero della consolazione vissuto per molti anni le ha consentito di rivelare in pienezza il suo essere elisabettina, capace di dire Dio con la vita.

Grate per questa sua testimonianza, l’accompagniamo incontro al Signore con la nostra preghiera di suffragio.

Il grazie va anche a tutte le persone che l'hanno accudita con amore, soprattutto in questi ultimi anni.


 

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