Il canto
evidentemente lascia trasparire il riferimento alla parabola delle dieci
vergini che nella notte attendono lo sposo (cf. Mt 25,1-13), tuttavia non si
tratta di una traduzione musicale del passo evangelico.
Le strofe
evocano temi ricorrenti nella Parola di Dio legati all’attesa, alla gioia, alla
veglia, alla dimensione finita e relativa della vita terrena e all’eternità
della gioia nell’amicizia con Dio. L’improvvisa venuta del Signore spesso è
richiamata nel Vangelo: «due uomini
nel campo, due donne alla macina; l’uno è preso, l’altro lasciato; il ladro
nella notte» (cf. Mt 24, 40-43)…
Eppure tali
temi, se in un ambito puramente umano mettono angoscia, tristezza, paura, al
contrario nel canto trasudano gioia, trepidazione, lieta attesa, sicura
speranza.
Anche la poesia
e la musica esprimono questo contrasto; da un lato il buio:
“Sei la vita e la morte. / Sei venuta di marzo/ sulla terra nuda /
il tuo brivido dura./ Sangue di primavera/ - anemone o nube - / il tuo passo
leggero/ ha violato la terra. / Ricomincia il dolore”. (Verrà la
morte e avrà i tuoi occhi di Cesare Pavese),
“Sono io la morte e porto corona, / io son di tutti voi signora e
padrona e così sono crudele, così forte sono e dura…” (Ballo in
Fa# - di Angelo Branduardi),
dall’altro la
luce e la speranza:
“L’anima sua come luce / oltre le nubi si levò / come una nave sulle
acque / nella gloria dei cieli entrò / ed al calar delle ombre / vennero le
allodole cantando, / sopra le case roteando / stettero a lungo gridando”
(La morte di Francesco di Angelo Branduardi),
“Accendi tutte le luci, / prepara tutte le fiaccole, / illumina la
casa della tua anima. / È notte, / ma l’alba è certa, vicina. / Potrebbe
giungere il tuo Signore / e chiamarti con la voce che hai ascoltato fin da
bambina. / Non si spenga la tua lucerna, / alimentala con la lunga pazienza del
soffrire”. (Non exstinguetur in nocte di Donata Doni).
Il canto è
pregno di certa speranza: la venuta dell’Amico che ci chiama amici è certa.
Desta stupore eppure è certa anche la nostra risposta: “quando lui verrà
sarete pronti”.
È all’indicativo
futuro quel sarete. Un indicativo, il
modo grammaticale che esprime condizioni oggettive, stati di fatto,
affermazioni.
Non trascurabili
sono nel canto i temi dell’attesa dell’amato, della vigilanza e frequenti nella
Scrittura. Si pensi solo al Cantico dei Cantici: «M’introduca il re nelle sue stanze: gioiremo e ci rallegreremo di te. Sul
mio letto, lungo la notte, ho cercato l’amore dell’anima mia» (1,4; 3,1);
o a Isaia: «Sentinella, quanto resta
della notte?» (21,11).
“Raccogliete per il giorno della vita”.
Solo una riga in
tutto il testo per dire l’impegno nella vita quotidiana, l’impegno di una vita
cristiana, una vita cioè che prende la forma della vita di Gesù su questa
terra, una vita buona e bella, innestata nel Padre e donata ai fratelli, tutti.
Raccogliete:
è un imperativo, un comando, quasi a dire che molta della gioia nell’attesa e
nell’incontro si costruisce da questo raccogliere, oggi.
Dalle parole alla Parola
Vestito.
L’abito della festa evoca ricordi, riti, abitudini, significati. Indica
rispetto, dignità, importanza, valore sia di se stessi ma soprattutto
dell’altro, di colui per il quale ci si veste a festa. Così, da secoli, per il
giorno della domenica, per il Signore. Quando, per chi mi vesto a festa? Vesto
a festa i miei pensieri, i miei sentimenti, la mia persona nell’attesa del
Signore? E il Signore, già venuto, già presente nella forma del fratello che
incontro lo guardo con occhi che diano dignità, rispetto, importanza? Mi vesto
a festa per lui - il fratello - e lo accolgo come frutto di una attesa gioiosa
così da rivestirlo di festa, di dignità?
Venuta / venire. È un termine che indica
movimento, che chiede accoglienza, apertura, spazio. È parola di relazione:
venuta di qualcuno in riferimento ad un altro, di qualcosa rispetto ad altra
cosa; è incontro. Quali sentimenti mi abitano pensando al venire del Signore
dentro la mia vita, dentro la mia giornata, dentro la mia storia? Gesù è il Veniente: l’ho incontrato?
Preghiera
La tua venuta è sicura come
l'aurora, Signore. Verrai a noi come la pioggia di autunno, come la pioggia di
primavera, che feconda la terra. Affrettiamoci dunque a conoscerti, Signore,
poiché tu ci renda, nell’attesa, lieti nella speranza, forti nella
tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei
fratelli, premurosi nell'ospitalità (Os 6,3; Rm 12,12-13). Amen.